mercoledì 12 agosto 2009

Itano Ichiro e l'invasione della computer graphic

Ieri sera, ne La Sala, Itano "Circus" Ichiro ha presentato due suoi lavori del 2009. Il primo è la riproduzione animata del noto manga "Gantz", di cui è stato proiettato il primo episodio. Il giovane Kurono Kei, un ragazzo individualista e fortemente egoista si trova a salvare un barbone, scivolato sulle rotaie del treno, a causa di un amico di infanzia Kato Masaru, antitesi di Kurono in quanto ad altruismo. I due riescono a spingere il barbone sulla banchina, ma non riescono a fuggire e le loro teste mozzate rimbalzano sulla pensilina della stazione.
Improvvisamente, i due ragzzi, si trovano in un appartamento di Tokyo con altre persone. Sono tutti morti e, in mezzo alla stanza, si erge una sfera nera che comunica ai defunti la loro missione: uccidere degli strani esseri e totalizzare 100 punti per tornare in vita.
La seconda proiezione è stata dell'anime "Blassreiter", in particolare del primo seguito da mezz'ora di riassunti di quelli successivi. In questo anime, il campione della moto GP Gerd Frentzen, diventa paralitico in seguito ad un incidente in pista, causato dallo scontro di due creature biomeccaniche (definite dagli uomini "Demoniacs") che invadono il circuito. Frentzen, in seguito all'incidente, deve ritirarsi dalle corse ma, una misteriosa dottoressa, gli propone un farmaco sconosciuto che gli dovrebbe permettere di tornare a correre ma con effetti collaterali ancora ignoti. Poco dopo, Gerd, scopre di potersi trasformare in un Demoniac senza pero' riuscire a controllare l'aggressività del mostro che è in lui.
Tra agenzie governative e non, mostri cattivi, mostri buoni e una serie di riferimenti un po' fantasiosi alla religione cattolica, questo anime non convince molto.
In realtà entrambi gli anime di ieri sera hanno lasciato delusi, soprattutto per l'uso invasivo della computer graphic. Se Gantz possiede di base una storia valida, la sua realizzazione lascia pero' molto a desiderare, i movimenti dei personaggi e molti particolari risultano artificiali. In Blassreiter sia la storia che l'animazione sono di basso livello, troppo assurda e sconclusionata la prima, troppo fredda e meccanica, a causa dell'uso ancor piu' intensivo del pc, la seconda.
L'introduzione del pc nell'anime puo' essere molto utile ad un animatore come Itano, chiamato Circus in patria proprio per l'uso dinamico che fa delle riprese, soprattutto nelle scene d'azione. Ci si augura quindi che questi primi siano esperimenti di avvicinamento per abituarsi all'uso del digitale e non vengano considerati degli obbiettivi raggiunti.

martedì 11 agosto 2009

La tavola rotonda dei grandi e il mediatore incompreso


Questo post arriva un po' in ritardo rispetto a quando è avvenuto l'evento, ma adesso che ho scoperto che esiste la registrazione ho voluto postarlo.
Il 9 agosto c'è stato un incontro con 13 grandi dell'animazione giapponese, in particolare:

Tomino Yoshiyuki- regista e scrittore della famosa serie Gundam.

Imaishi Hiroyuki- regista GAINAX, "Gurren Lagann".

Akai Takami- illustratore GAINAX.

Itano Ichiro- regista, animatore e produttore. Famoso come"Circus Itano" per le sue riprese spettacolari di battaglie.

Uchida Kenji- produttore della Sunrise (casa produttrice di anime storici, daGundam a Cowboy Beebop).

Yuyama Kunihiko- regista della serie "Pokemon"

Kato Kunio- vincitore dell'Oscar 2008 per il corto "La maison en Petit Cubes"

Jonathan Clements- scrittore inglese, ha tradotto oltre 70 opere, fra manga e anime, per il mercato inglese.

Questi solo alcuni dei presenti che, chi piu' chi meno, hanno dato il loro contributo ad un dibattito estremamente interessante sull'animazione giapponese. Interventi che non riportero': A) perchè sarebbe un lavoro improbo dato che con una tale mole di ospiti è durato due ore B) perchè scrivendo mi accorgo di farci spesso riferimento e mi sembra piu' utile cosi'.
Metto comunque qui sotto il link al dibattito completo per bullarmi un po', se passate direttamente all'ora e 50 del video noterete un mediatore, molto poco conosciuto, che pone una domanda, sicuramente mal espressa (queste situzioni mi emozionano enormemente) ma soprattutto mal risposta (sottolineo che non ho niente contro Clements di cui cerchero' qualcosa da leggere).
Just for lol!

http://www.pardo.ch/jahia/Jahia/home/Multimedia/cache/bypass/pid/970?appid=16603_34&appparams=http%3A%2F%2Fwww.pardo.ch%2Fjpwacatalog%2Fpardo%2Fvideos.do%3Fday%3D9&resetAppSession=true#field_16603

Tomino, il padre dei robot, vince un Pardo d'Oro

Dopo il Pardo d'oro al maestro Takahata, il Film Festival di Locarno premia ancora un vecchio grande dell'animazione Giapponese: Tomino Yoshiyuki.
Famoso in patria come "Tomino l'ammazzatutti", per la quantità di protagonisti uccisi nelle sue serie, questo regista classe 1941 ha iniziato alla Mushi Production di Tezuka Osamu (1963), per poi afferrare da solo il proprio successo con la serie "Gundam" (1979). Proprio in onore di tomino, in piazza Grande, è stato proiettato il film "Mobile Suit Gundam", primo di tre film editi fra il 1981 e il 1982, in cui vengono concentrati, con alcuni tagli e modifiche, i 43 episodi dell'omonima serie.
Vagamente datato, come sottolineato dallo stesso Tomino durante l'intervista per la consegna del premio, ma comunque molto interessante, il film di Gundam ha aperto una nuova idea nel concepire i cartoni di robot, dando al genere un taglio molto piu' umano. Come lo staff dello studio GAINAX ha sottolineato, "se facciamo certi anime la colpa è del signor Tomino". Vedendo oggi "Evangelion: 1.0 you are not alone"(rifacimento a film della famosa serie TV "Neon Genesis Evangelion"proprio dello studio GAINAX), alla luce di cio' che è stato detto nella tavola rotonda di domenica 9 (dove sia Tomino che lo staff della GAINAX erano presenti), ci si rende conto di quanto sia vero.
Il personaggio di Amuro, protagonista di Gundam, giovane ragazzo appassionato di ingegneria spaziale, si ritrova suo malgrado a dover difendere la nave spaziale "Cavallo Alato" nella sua migrazione dalla colonia spaziale "Side 7" alla Terra. Non avendo mai visto la guerra dal vero, Amuro è terrorizzato di dover pilotare il mecha (sinonimo di robot), soprattutto dopo le prime esperienze. Schiaffoni che ammazzerebbero un cavallo e ragazze che gli danno del codardo e si offrono di combattere al suo posto lo faranno tornare su suoi passi. La storia di Shinji Ikari, il protagonista di Evangelion, è assolutamente identica sotto questo aspetto, sebbene ancora piu' complessa e traumatica.
Questo premio sintetizza tutto questo, oltre naturalmente, al fatto che l'animazione giapponese guadagna punti dal punto di vista internazionale.

La banalità dell'anime


5 Centimeters per Second, 2007 di Makoto Shinkai.

Che dire di questo anime? Personalmente a metà sarei uscito dalla sala, ma poi il mio spirito masochista ha avuto la meglio e sono rimasto fino alla fine.
Shinkai Makoto ci ripropone lo stesso tema del corto "Hoshi no Koe": l'incomunicabilità del sentimento amoroso.
Due storie corrono parallele nei tre episodi di questo lungometraggio. Nella prima lui ama lei e lei ama lui ma la fine degli studi liceali e la decisione dei genitori di lui di trasferirsi rendono il loro un amore impossibile. Nel secondo lei ama lui e lui ama lei, ma entrambi rimangono paralizzati dalla forza dei loro sentimenti e cosi' nessuno si dichiara all'altro. Alla fine di questa seconda parte già ero a pezzi e pure la mia mandibola. Nella terza e ultima parte vediamo il ragazzo del primo episodio, cresciuto. E' diventato un impiegato triste e la rinuncia al suo amore perduto gli ha spento qualsiasi entusiasmo, tanto da portarlo a lasciare il lavoro. Lei invece sta per sposarsi e, anche nel suo caso, conserva un ricordo nostalgico, seppure decisamente piu' sano, del primo amore. Dopo questo breve pezzo parte una canzone strappalacrime sugli amori abbandonati per paura e le immagini che sfilano in sottofondo ci fanno vedere l'infelicità dei personaggi a causa della loro debolezza.
Nonostante il tema trattato abbia, in molti campi dell'arte, precedenti illustri, Makoto non ci regala niente di nuovo su cui meditare. Un'animazione molto patinata grazie al computer e un character design banale si accopiano perfettamente alla piattezza dell'analisi del regista. Le ragazze si distinguono una dall'altra solo per la lunghezza dei capelli, i visi hanno tutti un'aria monotamente sconsolata e il monologo interiore, in cui si ribadisce l'incapacità di agire dei protagonisti, domina la sceneggiatura.

lunedì 10 agosto 2009

Osamu Tezuka: i corti del Manga no Kamisama


Nonostante la sala affollata, il mal di testa e il caldo, non c'è modo di trovare, anche solo poco interessanti, i lavori di Tezuka Osamu. Una rassegna di cortometraggi, di cui l'ultimo di meno di un minuto e comunque spassosissimo, dove l'analisi della società viene filtrata dall'umorismo di colui che, a ragione, viene considerato un genio o un dio. Questi brevi capolavori mantengono, a distanza di quarant'anni, una freschezza e un'attualità incredibili. Dalla guerra all'amore, dal mondo dello spettacolo al ruolo del pubblico/elettore, non c'è aspetto delle inclinazioni umane che non venga preso in esame.

Jumping, 1984.
Eccezionale viaggio di sei minuti di cui lo spettatore è protagonista, in quanto la presa della camera è in prima persona. Un viaggio incredibile perchè fatto a balzi, dalla campagna alla città, da un isola nel pacifico ad una guerra, lo spettatore saltella scoprendo piccoli istanti di vita, che sia una cavalletta, una donna che prende il sole nuda in balcone o un impiegato sdraiato sulle rotaie che aspetta il passaggio del treno, per Tezuka non fa differenza.

http://www.youtube.com/watch?v=f-9Cj_9CQMg


Broken Down Film, 1985.
Uno dei piu' conosciuti fra i suoi corti. Il pistolero solitario è alle prese con un problema nuovo, oltre alla solita fanciulla legata ai binari da salvare e del bruto che lo vuole far fuori, il nostro eroe deve affrontare.......l'usura della pellicola. Grumi di polvere si impigliano nelle zampe del cavallo e improvvise macchie di colore gli rovinano la scena del bacio, ma a volte questi difetti gli vengono in aiuto, improvvisi movimenti della pellicola disarmano il cattivo o gli permettono di strisciargli alle spalle non visto, facendo di una difficoltà un vantaggio, battendo l'antagonista e conquistando la bella.
Meta-film eccezionale.

http://www.youtube.com/watch?v=tWYCRquSUKY

Memory, 1964.
Un excursus dell'uomo (principalmente inteso come maschio) e la memoria. Partendo da quella nei confronti delle donne, che spesso si limita ad una radiografia dalle spalle in giu', a quella del primo colloquio di lavoro, dove il capo è ricordato come un'enorme scrivania parlante, fino alla memoria della guerra dove il fungo atomico si trasforma in un corpo sensuale di donna o in un bicchiere di birra.
La critica della nostra scarsa memoria dei fatti storici importanti raggiunge il climax alla fine, quando un gruppo di alieni, chiedendosi chi e come fossero gli umani, sono ora convinti che il cesso fosse il fulcro della nostra esistenza.

http://www.youtube.com/watch?v=EzutuBbEiiE

Story of a Certain Street Corner, 1962.
Forse il piu' bello della serie. Siccome dura 38' non sono riuscito a trovarlo in streaming, se riuscite a recuperarlo guardatelo assolutamente. La storia coinvolge: una bambina a cui cade il suo orsetto di peluche dalla finestra, una famiglia di topolini, un albero che vorrebbe lanciare i suoi semi in un posto in cui attecchiscano, un vecchio lampione, un insetto ed una serie di manifesti pubblicitari. Il rapporto fra tutti questi "personaggi" è reso piu' difficile dall'inizio di una guerra che complicherà le cose ma dalla quale comunque c'è possibilità di salvezza. La parte piu' bella è sicuramente quella dell'interazione fra i poster i quali, prima felici e spensierati, vengono ammutoliti dal severo manifesto di propaganda militarista del governo.
Anche se il periodo di produzione è quello del Vietnam, che comunque ha visto in Giappone un ampio coinvolgimento del movimento pacifista nipponico, l'ambientazione fa pensare di piu' alla seconda guerra mondiale.

Mermaid, 1964.
In un paese in cui l'immaginazione è stata bandita quale destino puo' essere riservato ad un sognatore? Con questo quesito si apre il corto che vede un ragazzo convinto che il pesce trovato in spiaggia sia in realtà una splendida sirena. Tra militari/poliziotti, che non possono tollerare questa "anomalia" di pensiero, e manicomi, al povero giovane viene negata la possibilità di ricordarsi della sirena (ricorda un po' Arancia Meccanica). Naturalmente, pero', la libertà di immaginarsi il mondo come meglio vogliamo ha sempre la meglio per il buon Osamushi.

http://www.youtube.com/watch?v=OdKQmCistpM


The Drop, 1965.
Questo corto di sociale ha ben poco. E' la classica storia del naufrago senza acqua su una zattera in mezzo al mare che, ormai disidratato, vede tre gocce di rugiada in cima alla vela. I tentativi dell'uomo diperato per bere quelle tre misere gocce lo porteranno sull'orlo della follia.

http://www.youtube.com/watch?v=5AouaCixVvw

Picture at an Exibition, 1966.
Questo corto contende il primato a "Story of a Certain Street Corner" e, come l'altro, non è propriamente un corto (dura 50'), quindi non l'ho trovato in streaming per linkarlo.
La storia di questo cartone è incredibile. Traendolo dall'omonima composizione pianistica di Modest Musorgskij, autore russo che nel 1874 mise in musica le emozione provate alla mostra del pittoreVictor Alexandrovich Hartmann, Tezuka fece l'esatto contrario: creo' una finta esposizione e, soffermandosi su alcuni quadri rappresentanti alcuni mestieri o mode, ne fece una caricatura in un corto.
Dal giornalista pieno di sè e piegato al potere, al pugile (sport di gran moda in quegli anni) suonato, al soldato e l'orrore della guerra, si delinea la caricatura del mondo moderno attraverso i suoi fantocci superficiali che tanto affascinano il pubblico. Publico che, nella "Conclusione Allegorica", sorregge l'arco che porta al paradiso dei famosi.

Push, 1987.
In un mondo arido, dove il soldato in jeep, di ritorno dalla guerra, puo' rimettere a nuovo tutto (dai vestiti all'automobile) c'è solo una cosa che non puo' essere sostituita: la terra.

http://www.youtube.com/watch?v=gasPSdQUYeA


Muramasa, 1987.
Un samurai errante trova, vicino ad un albero, un fantoccio di paglia con una bellissima spada conficcata nel petto. Affascinato dalla bella lama, decide di estrarre la katana e portarsela via. Come spesso succede nelle storie antiche, le cose belle hanno un alto prezzo, e come ci racconta Inoue Takehito nel suo "Vagabond" la via del bushi e la spirale di uccisioni possono portare alla follia.

http://www.youtube.com/watch?v=d0DdYMTfQm8


Self Portrait, 1988.
Dura meno di un minuto. La slot machine cerca di comporre un viso, alla fine è quello di Tezuka dalla cui bocca escono monete. Una sintesi estrema del regista che si vede come una macchina da soldi.

http://www.youtube.com/watch?v=G5r_ZypuKds

domenica 9 agosto 2009

Gurren Lagann: la GAINAX e il delirio di onnipotenza

Sabato 8 agosto, ore 21.00 sono stati proiettati, in sequenza uno dietro l'altro, Tengen Toppa Gurren Lagann: Childhood's End e The Lights in the Sky are Stars. Caratterizzati da un'animazione pulita e curatissima, come tutti i lavori dello studio GAINAX del resto....fondi permettendo, è uno spettac olo di proporzioni epiche, godibile in ogni suo fotogramma.

La storia è quella della serie tv, Gurren Lagann (che verrà trasmessa a partire dal 24 settembre, tutti i giovedi' su RAI 4): in un futuro lontano dove gli umani sono fuggiti sotto terra e non sanno nemmeno piu' dell'esistenza della superfice, Kamina e Simon, due scavatori di tunnel entrambi orfani, si trovano coinvolti in uno scontro tra la bella Yoko e un beastman, creature metà umane e metà animali, che popolano la superficie, in possesso di potenti robot (Gunman). Simon trovata, durante uno scavo, una piccola trivella, recupera anche un robottino. Scopre poi che il monile trovato è la chiave d'accensione per farlo partire.
Da qui iniziano le avventure di Simon, Kamina e Yoko che troveranno lungo la strada una folta schiera di alleati e nemici. Il primo film risulta decisamente piu' interessante e credibile (nel secondo la luna si stacca dall'orbita e si trasforma in un enorme robottone) in piu' il personaggio di Kamina da un ritmo unico alla storia.
Il tema principale di questo anime, come spesso accade nei prodotti dello studio GAINAX, è la fiducia in se stessi, fonte di energia principale dei mecha del cartone ma, in generale, dell'animazione e del fumetto giapponese. Come giustamente sottolineato anche dal maestro Takahata nel suo scmbio di idee con Ocelot. Nonostante non raggiunga la poesia e la complessità di Neon Genesis Evangelion (anime anche questo imperniato sul tema della risoluzione dell'individuo per superare le proprie paure) Tengen Toppa Gurren Lagann è un bellissimo lavoro e si vede, come ha sottolineato il trio della GAINAX (Imaishi, Akai, Otsuka) presente ad una tavola rotonda ieri mattina, che si tratta di un lavoro fatto da otaku per otaku (ma non solo).
Bella anche l'idea di rendere omaggio al capolavoro del 1968 "Ashita no Joe" (Rocky Joe nella penisola), alla morte di un personaggio.

sabato 8 agosto 2009

Il film di Kimba vincitore del Leone d'Oro



Leo il Re della Giungla, 1966 di Yamamoto Eiichi.

Storico cartone animato tratto dal famoso "Jugle Taitei" di Tezuka Osamu. Anche in questo caso si tratta di un prodotto piuttosto datato ma che all'epoca ebbe un grandissimo successo, tale da vincere il leone d'oro a Venezia durante la sua XIX edizione nella sezione ragazzi.
In realtà non si tratta nemmeno di una storia autonoma, sono i primi quattro episodi della serie TV. La trama è classica, nella prima parte Leo (il nome giapponese) deve guadagnarsi il rispetto degli animali della giungla. Mentre nella seconda, l'arrivo dei "tre demoni della morte", una iena, una scimmia non meglio identificata e un mammut, che per ovvie ragioni è il capo, sconvolge la vita degli animali facendosi portare da mangiare in grandi quantità (da questo il nome del gruppo, noto nella savana per depredare fino a renderle deserte le macchie di foresta della zona).
Leo prova a sfidarli e perde miseramente ma, accudito dai suoi amici, Coco (il pappagallo), mandy (il madrillo) e Tommy (l'antilope), Kimba recupera le forze ed elabora una tecnica segreta (che consiste nel saltare roteando in aria e colpendo gli ochhi dei nemici con la coda......lol) un piano per battere gli invasori. Incredibilmente, e anche un po' inspiegabilmente, Leo vince e scaccia i tre animali (inaspettato vedere alla fine il mammut vivo, dato che Leo lo aveva fatto cadere da un canion alla Willy il Coyote)
La caratterizzazione dei personaggi fa capire come mai la Disney sia stata accusata di plagio, anche se poi nessuna azione legale venne intrapresa dallo studio di Tezuka.
La visione dell'anime in sala è stata caratterizzata dalla presenza di un povero bambino italiano, che non avrà avuto piu' di 5 anni e che probabilmente non vorrà mai piu' sentir parlare in vita sua di cartoni giapponesi, trascinato dal padre a vederlo nonostante fosse in giapponese con sottotitoli in inglese. Prego chiunque di non torturare bambini e spettattori con simili crudeltà.

Il delirante mondo dei corti pop giapponesi


Dopo un duro risveglio alle 9 con la donna delle pulizie, che ha assalito il bunker per fare il suo ben piu' duro lavoro, dopo la conversazione tra i due maestri dell'animazione, dopo i corti di guerra e la Tomba per le Lucciole, di andare a vedermi un'altra ora e mezza di corti pop (cosi' li hanno definiti) non ne avevo nessuno voglia. Per fortuna non mi sono dato retta e, un po' in ritardo, mi sono diretto verso il Cinema Rex per vedere cosa intendono con Pop Impact.
Beh, devo dire che sono contento di essere andato, 11 corti uno piu' demenziale e fuori di testa dell'altro mi hanno tenuto incollato alla poltroncina per tutta l'ora e (non piu') mezza, facendo ridere me e la sala.
Ma partiamo con ordine:

Horu, 2005 di Fujii Shiro.
inutile dire che questo me lo sono perso

Ski Jumping Pairs, 2002 di Mashima Riichiro.
Sono entrato in sala che era appena iniziato. Una conmputer graphic piuttosto grezza mi ha fatto subito domandare (nel silenzio del mio cervello) ma non potevo andare a cena? Poi pero' la follia del corto ha avuto la meglio, con la telecronaca di un improbabile duo di commentatori, mi sono visto il "Salto Gesu' Cristo", dove una coppia di salto con gli sci si è esibita in una performance che mimava la crocifissione, o il salto Cowboy, dove uno dei due sale sulle spalle diell'altro e ne cavalca la schiena. Su youtube l'ho trovato ma purtroppo senza sottotitoli.

http://www.youtube.com/watch?v=bRncHJG0Eu8&feature=related

Tokyo Onlypic 2008 "Kyodai Sumo", 2008 di Nakao Hiroyuki.
E' il momento della finale di robot da sumo fra Giappone e India, entrambi hanno vinto una manche e manca l'ultima. Epico il momento flash-back in cui il pilota principale giapponese si è allenato per la sua mossa segreta roteando tonni in riva al fiume.
Questo e il corto successivo "Homeathlon" sono solo due parti di un film di due ore, su internet si trova il trailer che metto di seguito.

http://www.youtube.com/watch?v=CfmYJTBEBkQ&eurl=http%3A%2F%2Fasianmediawiki.com%2FTokyo_Onlypic&feature=player_embedded

Tokyo Onlypic 2008 "Homeathlon", 2008 di Kodama Tetsuro.
Cosa fareste se la vostra casa fosse stata selezionata per l'homeathlon? La madre della famiglia pensa all'invidia che ne avrebbero i vicini, mentre il padre non si rende conto che già sono stati selezionati e la gara è in corso. Così, tra lotte serrate per avvitare lampadine senza la scala e sgomitate per portare tre zollette di zucchero con un cucchiaino in bocca, la famiglia selezionata si trova in casa questi scaglcagnati atleti.

http://www.youtube.com/watch?v=itIefoA3DJ4


Fit Song, 2006 di Tsujikawa Koichiro.
Da una canzone di Cornelius un video in stop motion reso fluido dal computer. Niente da dire va solo guardato.

http://www.youtube.com/watch?v=VP4iyWone8E&feature=related

Peeping Life, 2009 di Mori Ryouichi.
Scena di vita classica portata all'eccesso: una ragazza mostra il suo vestito nuovo al fidanzato il quale reagisce con un melanconico "carino", il tono del commento scatena una scenata infinita da parte di lei. Divertente.

http://www.crunchyroll.com/media-529200/peeping-life-03/


Tragedy of the Soft Ice Cream, 2008 di Sugiyama minoru.
Meno divertente degli altri anche perchè troppo lungo, sono i molti modi di morire per un gelato alla crema. Ricorda un po', per chi l'ha letto, il "Libro dei Coniglietti Suicidi".

http://www.youtube.com/watch?v=QxvYvISt2LY

Steam Head, 1998 di Nakao Hiroyuki.
Uno strano personaggio, col fumaiolo di una locomotiva in testa, si ritrova a dover fronteggiare un temibile rivale. Nel primo sketch, mentre Steam Head sta per mangiarsi un piatto di soba con l'uovo crudo in cima, un uomo brutale entra nel chiosco con uno stuzzicadenti in bocca e lo sputa sul tuorlo, rovinando la cena al nostro eroe. Per tutta risposta Steam Head si mette in bocca tutti gli stuzzicadenti del tavolo e li sputa addosso al "criminale" uccidendolo. Piu' o meno i 4 sketch sono tutti sullo stesso tenore. Creati da Nakao per MTV Japan, purtroppo questi corti non si trovano su internet, ce ne sarebbe uno ma qui non riesco a caricarlo, nel dubbio ci metto il link.

http://www.ffake.com/mobile/ffake_directors/hiroyuki_nakao/

Hal & Bons, Episode 1, 2001 di Ishii Katsuhito e Takenaka Sadamune.
Un mochi (tortina di pasta di riso gelatinoso ripieno) intervista Hal e Bons, due cani seduti sul loro divano mentre si bevono una birra dopo l'altra. Dopo l'umorismo inglese questo è un tipico esempio di umorismo giapponese, assolutamente non-sense e infatti, alla fine, l'intervista del mochi si risolve in un nulla di fatto.

http://www.youtube.com/watch?v=jfZSut6v8pk&feature=channel


Sol, 2005 di Yonezawa Takuya e Nishigori Isao.
Meno interessante degli altri ma comunque particolare, è la ricerca della libertà o di un'ipotetica salvezza da parte di una creatura. Questo essere antropomorfo, ricoperto da uno strato roccioso cammina da solo all'interno di un mondo infernale. La meta del suo vagare sono delle formazioni rocciose che contengono delle sfere di cristallo incastonate. Ogni volta che il protagonista ne afferra una pero', quest si spaccano, perdendo il colore. Solo alla fine trovera' un cristallo piu' grande degli altri che sgretola la roccia che si porta addosso e illuminando questo mondo da incubo con colori vivissimi. La creatura antropomorfa si rivela cosi' essere una sorta di essere fatto di aria che, finalmente libero dal peso, puo' librarsi in volo.

Hoshi no Koe (Voci da una Stella Distante), 2005 di Shinkai Makoto.
Il piu' famoso fra gli anime proposti, ma a mio parere, anche quello meno interessante. Il tema dell'incomunicabilità viene riproposto (potremmo dire per l'ennesima volta) sotto forma di storia di anime classico in cui, una ragazza parte per difendere la terra da invasori alieni. Più lei si allonatana dalla terra e più tempo le sue mail, che spedisce al fidanzato rimato a casa, subiscono un ritardo dovuto alla grande distanza. Quando arriva in prossimità di Plutone il tempo di invio di una mail è diventato di otto anni. Alla fine il regista lascia lo spettatore col dubbio se i due ragazzi riusciranno mai a rivedersi. E' trovabile in torrent.

Che fatica scrivere questo pezzo! ci ho messo un'ora e mezza ma sono contento di aver trovato quasi tutto in streaming, per chi l'ha letto spero si sia divertito quanto me e abbia scoperto una qualcosa di nuovo.

venerdì 7 agosto 2009

L'orrore della realtà

Saggia scelta quella di mettere "Una Tomba per le Lucciole" dopo i corti del periodo di guerra, è sempre interessante accostare le opere di propaganda con quelle venute in seguito dopo l'elaborazione dei fatti. Il lungometraggio è il piu' triste e disperato fatto da Takahata e venne poco pubblicizzato in Giappone quando usci' a causa della crudezza di alcune scene, salvo restando che ebbe un gran successo.

Uscito nel 1988, lo stesso anno di "Il Mio Vicino Totoro", è una storia senza speranza e fortemente antimilitirasta. Nel 1945 Kobe viene bombardata con bombe incendiarie dagli americani e il piccolo Seita con la sorellina Setsuko sono costretti a fuggire di casa, lasciando indietro la madre.

Spenti i roghi nella città, Seita trova la madre ricoverata nella scuola con ustioni su tutto il corpo e la assiste fino alla morte. Tornato dalla sorella, a cui tace la sorte della madre, Seita si trova a doversi occupare della bambina. Dopo un primo momento passato da una zia, devota alla causa imperiale, i due saranno costretti ad arrangiarsi con le proprie forze.

Come ha detto oggi Takahata, l'animazione giapponese è caratterizzata da una spinta ad affrontare la vita con coraggio per poter realizzare i propri sogni, è bello che sia lui a sottolinearlo perchè spesso, nonostante i suoi personaggi si impegnino con tutto loro stessi, alla fine, non ci riescono. Cosi' va a finire Pom Poko, dove alla fine Shoukiji e gli altri tanuki (tassi giapponesi) sono costretti ad arrendersi ed andare a vivere tra gli uomini, lo stesso vale per i due bambini di questo anime. Alla fine Seita sarà costretto a cremare la sorellina, morta per denutrizione e anche lui terminerà la sua vita in una stazione, per terra, di fronte all'indifferenza generale.

Il dramma della guerra viene espresso in tutta la sua crudeltà, come altre opere fondamentali dell'anti militarismo giapponese (ad esempio il manga "Gen di Hiroshima", che racconta l'esperienza della bomba da parte di un testimone diretto e di cui a Locarno verrà proiettata la versione animata il 14 agosto). Il pregio di narrazioni come questa, come puo' essere il Maus di Spiegelman, hanno una forza di impatto maggiore data dalla narrazione asciutta della realtà, ben piu' aggressiva e aderente di qualsiasi racconto fantastico.

Animazione giapponese del periodo di guerra


E pure oggi sono riuscito a saltare delle proiezioni!
La conferenza con Ocelot e Takahata non mi ha permesso di vedere una rassegna di corti del primo periodo di produzione (1917/48) ma in compenso mi sono visto quella dopo, tutti corti fra il 1940/50.

Madame Butterfly's Fantasy, 1940 di Tobiishi Nakaya e Arai Kazugoro
.........non l'ho visto, sono arrivato in ritardo -_-'

Arichan the Ant, 1941 di Seo Mitsuyo.
Anche questo come i corti di ieri molto Disney in quanto a stile e a trama. Ari la piccola formica ruba un violino ad una grilla (il femminile in questi casi è sempre un problema!) per poi pentirsene e restituirlo.

Mabo Fights Hard in the South Seas, 1942 di Chiba Yoji.
Questo e quello successivo sono esattamente quello che mi aspettavo dall'animazione del periodo di guerra: smaccata propaganda tesa a mitigare la realtà della guerra per il pubblico.
In questo corto Mabo, un prode bambino, veleggia su di una nave che sfoggia sull'albero maestro Hinomaru (la bandiera giapponese). I marinai che lo accompagnano sono tutti animali e, sbarcati su di un isola a seguito di un temporale, scoprono che questa è controllata da militari americani che ne hanno assoggettato la popolazione. Grazie alla propria astuzia Mabo scaccia i diavoli bianchi e diventa amico degli indigeni del luogo.
Questo è un lampante esempio di come il Giappone giustificava, al proprio interno, l'espansione coloniale e l'uso della guerra verso le vicine popolazioni asiatiche: la guerra di liberazione dal giogo imperialista occidentale in Asia.
Da sottolineare la scena in cui i coccodrilli si rifiutano di mangiare gli americani perchè puzzano.

Fukuchan's Submarine, 1944 di Yokoyama Ryuichi.
Questo è il vero capolavoloro di retorica militare. La storia è quella di un sommergibile, l'"Ichi" (numero 1), che va a caccia di una grande portaerei americana, la n.13.
Dopo una lunga parte in cui l'Ichi colleziona numerosi successi, affondando una dopo l'altra le navi statunitensi, si arriva alla resa dei conti ma la n.13 danneggia seriamente il sommergibile che è costretto a fuggire. Riparato il mezzo, l'equipaggio si ributta alla ricerca del nemico, lo trova e lo affonda in men che non si dica, la bandiera americane giace strappata in fondo al mare mentre Hinomaru garrisce al vento col monte Fuji sullo sfondo.
Tra momenti ameni in cui i marinai prendono coi retini i pesci volanti e l'assenza totale di rischio per i soldati, questo cartone puo' essere un esempio lampante di cio' che sosteneva Ocelot (vedere post: http://cronachedalmondomanga.blogspot.com/2009/08/pardo-speciale-takahata.html). Mentre la violenza nell'animazione dagli anni '60 ad oggi è, mediamente, motivata, ma soprattutto una scelta ponderata e sofferta, in questo caso invece il dramma della guerra viene trattato come una scampagnata allegra fra amici. Ovvio che i tempi erano altri, ma penso comunque che meritasse una riflessione.

A Magic Pen, 1946 di Kumakawa Masao.
La guerra è finita, il Giappone l'ha persa ed è il momento di dimenticare rapidamente.
In questo anime un bambino trova una bambola per terra, la mette a posto e lei si anima, ma non solo, la bambola possiede una penna magica che permette di materializzare cio' che disegna. Il bambino si fa cosi' una villa di lusso in stile occidentale e inizia ad andare in giro per la città con la sua ragazza di pezza, costruendo edifici avveniristici, peccato che alla fine sia stato tutto un sogno.
Anche questo corto è estremamente significativo del periodo storico. La voglia di benessere e la ricerca di spazi di evasione è fortissima. Soprattutto è precursore di un genere che oggi ha un grande successo, quello di cartoni e film dove un ragazzo impacciato incontra una ragazza bellissima, che ci prova e che ha o conferisce poteri che permettono al ragazzo di cambiare una vita insoddisfacente.

Gulliver's Great activities, 1950 di Ozawa Shigeyuki e Kuroda Tokio.
Già il titolo fa scompisciare, come se fosse "I Grandi Sbatta di Gulliver". In realtà non è molto interessante, sono 9' in cui è riassunta una parte delle avventure di Gulliver a Lilliput. Niente di piu'.

Pardo speciale a Takahata

L'animazione giapponese, in particolare lo studio Ghibli, sta' riscuotendo ormai un successo internazionale. Dopo il nonnino Miyazaki, premiato con l'Orso d'oro a Berlino e l'Academy Award di L.A., anche il suo senpai (in quanto di sei anni piu' vecchio) ha avuto ieri il suo riconoscimento ufficiale. A sorpresa, anche per la stampa che è stata informata da una mail verso le 4 del pomeriggio, è stato deciso di consegnare al regista un pardo speciale. Con la flemma e la tranquillità che lo fa sembrare un qualsiasi salaryman giapponese, il maestro ha ritirato il premio, consegnatogli dalle mani di Michel Ocelot, stimato collega.

Stamattina, infatti, Takahata e Ocelot si sono cimentati in dialogo a due, incalzati dalle puntuali domande di Carlo Chatrian, sul mestiere che condividono. I due poli geografici si sono incontrati, dimostrandosi profondo rispetto e grande interesse (da tempo Takahata, Miyazaki e Ocelot nutrono una forte ammirazione reciproca) in uno scambio di punti di vista diversi ma tesi a completarsi reciprocamente. Da un simile punto di vista sull'audience, Takhata fa film per i bambini ma che poi vengono visti in maggioranza da adulti e Ocelot che punta agli adulti per spiazzarli, cosa che coi bambini non riesce, visto che per loro è comunque tutto nuovo; ad una comune visione sul valore della tradizione nei loro film, non tanto come elemento nostalgico ma in quanto valore culturale. ancora hanno spaziato sul tema dell'umorismo, da una parte il regista francese si chiede perchè non ridere in mondo che puo' essere cosi' orribile, mentre quello nipponico spiega come divertire il pubblico mantenendo una certa distanza fra esso e l'eroe (anche se Takahata ammette che in patria non sempre funziona questo espediente).

L'ultima domanda ha riguardato il tema della violenza e, mentre Takahata non trova molto da dire a riguardo e fondamentalmente mantiene un giudizio neutrale, Ocelot rivela una forte coscienza critica (e su questo vediamo una tipica distanza culturale oriente/occidente). Il regista francofono attribuisce una forte responsabilità a chi fa animazione, soprattutto in quanto recepita da un pubblico fondamentalmente in formazione, ci si chiede se mai il povero Ken riuscirà a sbarazzarsi delle etichette che da 25 anni lo vedono al centro di questo dibattito.




Infine ai due è stato chiesto dei loro progetti futuri.
Takahata sta lavorando ad un anime sulla famosa novella giapponese "Storia di un taglia bambu" (Taketori Monogatari), di cui c'è un piccolo riferimento ne "I miei vicini gli Yamada", quando i genitori trovano la fglia dentro ad un bambu luminoso (sempre per dire che la tradizione è sempre presente). Ocelot invece, vorrebbe continuare con piccole storie "a volte una canzonetta puo' essere piu' importante di un opera" e poi un film barocco per un pubblico adulto ed un film per tutti.
E' bello vedere che i due attempati cartoonist (uno di 73 e l'altro di 65 anni) abbiano ancora tutta questa vitalità e voglia di regalarci nuovi mondi da immaginare.

giovedì 6 agosto 2009

Gli anime dell'inizio, fra magia e natura

Bene, cerco di scriverlo a mille all'ora perchè mi sto' già perdendo altro.

Nella categoria "Early Japanese animation: nature and magic" sono stati proiettati ben 7 cortometraggi datati dal 1918 al 1947, purtroppo i primi due me li sono persi ma gli altri quattro sono stati pazzeschi:

Taro Urashima, 1918 di Kitayama Seitaro.



The Tale of Crab Temple, 1924 di AA.VV



His Snatched-off Lump, 1929 di Murata Yasuji.

Una storia di Tengu e contandini. E' un corto in bianco e nero e senza suono, come nei vecchi film comici c'è il classico siaparietto nero con le scritte dei dialoghi. Un contadino, guarito da un tengu nella foresta lo racconta ad un amico, il quale cerca il tengu per derubarlo e finisce punito.



A Fox and a Badger in Rivalry, 1933 di Oishi Ikuo.

Sfida all'ultima trasformazione fra un kitsune (volpe) e un piccolo tanuki (tasso) che chiede aiuto a suo padre. Animato come le vecchie Silly Simphonies, in partcolare "The Skeleton Dance", è un corto molto divertente che gioca sulla classica lotta fra animali magici giapponesi.

http://www.youtube.com/watch?v=WyGvGMa2RFg&eurl=http%3A%2F%2Fvideo%2Egoogle%2Ecom%2Fvideosearch%3Fq%3Dikuo%2520oishi%26rls%3Dcom%2Emicrosoft%3Aen%2Dus%3AIE%2DSearchBox%26oe%3DUTF%2D8%26sourceid%3Die7%26rlz%3D1I7IBMA%26um%3D1%26h&feature=player_embedded

Ninja Boy Fireball: an Episode in Edo, 1935 di Tanaka Ioshi.

Lo stile delle Simphonies Disneyane è sempre piu' riconoscibile. Qui un signore feudale nota una ragazza e decide di prendersela, ma un piccolo ninja riesce a salvarla combattento contro tutti gli scagnozzi. Epica la scena in cui il feudatario vuole far fare Harakiri alla ragazza e ad un cavallo.

Cherry Blossom, 1946 di Masaoka Kenzo.

Questo corto è una sorta di antesignano di "Fantasia". Due bambini farfalla svolazzano intorno a scene di vita quotidiana del Giappone tra XV e XVII secolo. Notevole l'animazione a cavallo fra cartone e fotografia.

Story of the Muku Tree, 1947 di Maruyama Shoji.

Anche questo ha un che di "Fantasia". La storia è quella dell'arrivo dell'inverno, rappresentato come un enorme lupo che viene dalle montagne, congelando col suo soffio tutto cio' che è vita. Il lupo spadroneggia pero', fino all'arrivo della primavera, che libera la natura dai ghiacci.
a vederlo si direbbe che la metà degli anni '40 abbia portato nell'animazione nipponica un interessa nella sovrapposizione di filmato e disegnato. In molte scene infatti il regista ha sostituito la natura congelata con delle statue d'argilla, molto efficaci a livello di resa.

L'avventura del principe Valiant....traduzione pessima!


Dopo Hakujaden è il Turno di "La grande avventura del principe Valiant". Qualche nostalgico penserà al cartone che passava su Italia1 molti anni fa, ma non è cosi', questo è un lungometraggio diretto da Takahata Isao agli inizi della sua carriera, nel 1968.

Come ha detto l'autore in persona, presente in sala durante la proiezione, il contesto storico in cui è stato fatto è di grande rilevanza nella visione del film.
La trama è classica. Il cattivo Grunwald, potentissimo ed assetato di potere, distrugge uno dopo l'altro interi villaggi. Horus, il protagonista, è l'unico sopravvissuto del suo e, dopo aver trovato la Spada del Sole, consegnatagli dal gigante di pietra Mog, si trova a dover superare una serie di prove che lo porteranno allo scontro finale con Grunwald.
Elemento interessante di questo cartone è il personaggio femminile, Hilda. Anche lei è l'unica sopravvissuta del suo villaggio, ma al contrario di Horus, lei si è alleata con Grunwald, il quale le ha regalato un medaglione che conferisce la vita eterna. La paura della morte che tormenta la ragazza è la leva che il demone Grunwald sfrutta per piegarla ai propri fini. Hilda viene infatti infiltrata nel villaggio dove Horus va a vivere cercando di farlo cacciare, cosa che in parte riesce grazie ad un capovillaggio invidioso ed un consigliere ambizioso.
Naturalmente, nella risoluzione degli eventi, Hilda rinuncerà alla vita eterna, per la quale tante vite umane sarebbero mietute.
Sicuramente un anime datato, ma comunque pieno di risvolti interessanti: dalla politica al tema della solitudine (grande nodo dell'animazione giapponese, lo troviamo persino nel modernissimo Paranoia Agent di Kon Satoshi). Soprattutto si possono vedere molti personagi che il duo Takahata-Miyazaki utilizzerà in futuro, da "Conan il ragazzo del futuro" a "Heidi".
Comunque una visione interessante.

Inizia l'abbuffata!

E' appena iniziato il Manga Impact!
Ieri, 5 luglio 2009, la proiezione della "Città Incantata" del maestro Miyazaki Hayao ha aperto le danze per questa rassegna. Proiezione che mi sono sentito di saltare, dato il numero spropositato di volte che l'ho visto.
Infatti è da oggi, giovedi' 6 che è iniziata la rassegna vera e propria.
Partito con lo zaino in spalla dal dormitorio che la protezione civile (ente che non ringraziro' mai abbastanza) ha fornito a noi giovani squattrinati, alle 8 del mattino, mi sono diretto verso Locarno e la prima proiezione della giornata:
"Hakujaden" 白蛇伝, in italiano "La leggenda del serpente bianco" lungometraggio del 1958 di Yabushita Taiji, prodotto ovviamente dall'onnipresente Toei Animation. E' una storia di amore, magia e buffi animali e, come sottolineato dal curatore dell'evento Carlo Chatrian, antesignano in qualche modo del recente "Kung-fu panda". Una delle spalle del protagonista è infatti un piccolo panda, piccolo ma resistente e coriaceo, come nella migliore tradizione dell'animazione nipponica.
Particolarità di questo film è che si tratta del primo lungometraggio a colori giapponese, nonostante in ritardo rispetto all'animazione internazionale, persino noi italiani eravamo arrivati nove anni prima col delizioso "La rosa di Bagdad".
Per ora sono costretto a fermarmi qui, fra meno di mezz'ora inizierà una nuova proiezione e la pancia vuota reclama il suo giusto tributo di pane e coppa.

Giusto per far venire un po' di invidia a chi non c'è vi allego il link dell'evento, che razza di programma eh?! http://www.mangaimpact.ch/

P.S. scusate eventuali refusi ed errori di natura varia ma sto' facendo tutto alla velocità della luce, in piu' la tasteria dei portatili della sala stampa non hanno le i, u ed o accentate!