venerdì 7 agosto 2009

Animazione giapponese del periodo di guerra


E pure oggi sono riuscito a saltare delle proiezioni!
La conferenza con Ocelot e Takahata non mi ha permesso di vedere una rassegna di corti del primo periodo di produzione (1917/48) ma in compenso mi sono visto quella dopo, tutti corti fra il 1940/50.

Madame Butterfly's Fantasy, 1940 di Tobiishi Nakaya e Arai Kazugoro
.........non l'ho visto, sono arrivato in ritardo -_-'

Arichan the Ant, 1941 di Seo Mitsuyo.
Anche questo come i corti di ieri molto Disney in quanto a stile e a trama. Ari la piccola formica ruba un violino ad una grilla (il femminile in questi casi è sempre un problema!) per poi pentirsene e restituirlo.

Mabo Fights Hard in the South Seas, 1942 di Chiba Yoji.
Questo e quello successivo sono esattamente quello che mi aspettavo dall'animazione del periodo di guerra: smaccata propaganda tesa a mitigare la realtà della guerra per il pubblico.
In questo corto Mabo, un prode bambino, veleggia su di una nave che sfoggia sull'albero maestro Hinomaru (la bandiera giapponese). I marinai che lo accompagnano sono tutti animali e, sbarcati su di un isola a seguito di un temporale, scoprono che questa è controllata da militari americani che ne hanno assoggettato la popolazione. Grazie alla propria astuzia Mabo scaccia i diavoli bianchi e diventa amico degli indigeni del luogo.
Questo è un lampante esempio di come il Giappone giustificava, al proprio interno, l'espansione coloniale e l'uso della guerra verso le vicine popolazioni asiatiche: la guerra di liberazione dal giogo imperialista occidentale in Asia.
Da sottolineare la scena in cui i coccodrilli si rifiutano di mangiare gli americani perchè puzzano.

Fukuchan's Submarine, 1944 di Yokoyama Ryuichi.
Questo è il vero capolavoloro di retorica militare. La storia è quella di un sommergibile, l'"Ichi" (numero 1), che va a caccia di una grande portaerei americana, la n.13.
Dopo una lunga parte in cui l'Ichi colleziona numerosi successi, affondando una dopo l'altra le navi statunitensi, si arriva alla resa dei conti ma la n.13 danneggia seriamente il sommergibile che è costretto a fuggire. Riparato il mezzo, l'equipaggio si ributta alla ricerca del nemico, lo trova e lo affonda in men che non si dica, la bandiera americane giace strappata in fondo al mare mentre Hinomaru garrisce al vento col monte Fuji sullo sfondo.
Tra momenti ameni in cui i marinai prendono coi retini i pesci volanti e l'assenza totale di rischio per i soldati, questo cartone puo' essere un esempio lampante di cio' che sosteneva Ocelot (vedere post: http://cronachedalmondomanga.blogspot.com/2009/08/pardo-speciale-takahata.html). Mentre la violenza nell'animazione dagli anni '60 ad oggi è, mediamente, motivata, ma soprattutto una scelta ponderata e sofferta, in questo caso invece il dramma della guerra viene trattato come una scampagnata allegra fra amici. Ovvio che i tempi erano altri, ma penso comunque che meritasse una riflessione.

A Magic Pen, 1946 di Kumakawa Masao.
La guerra è finita, il Giappone l'ha persa ed è il momento di dimenticare rapidamente.
In questo anime un bambino trova una bambola per terra, la mette a posto e lei si anima, ma non solo, la bambola possiede una penna magica che permette di materializzare cio' che disegna. Il bambino si fa cosi' una villa di lusso in stile occidentale e inizia ad andare in giro per la città con la sua ragazza di pezza, costruendo edifici avveniristici, peccato che alla fine sia stato tutto un sogno.
Anche questo corto è estremamente significativo del periodo storico. La voglia di benessere e la ricerca di spazi di evasione è fortissima. Soprattutto è precursore di un genere che oggi ha un grande successo, quello di cartoni e film dove un ragazzo impacciato incontra una ragazza bellissima, che ci prova e che ha o conferisce poteri che permettono al ragazzo di cambiare una vita insoddisfacente.

Gulliver's Great activities, 1950 di Ozawa Shigeyuki e Kuroda Tokio.
Già il titolo fa scompisciare, come se fosse "I Grandi Sbatta di Gulliver". In realtà non è molto interessante, sono 9' in cui è riassunta una parte delle avventure di Gulliver a Lilliput. Niente di piu'.

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