martedì 11 agosto 2009

La banalità dell'anime


5 Centimeters per Second, 2007 di Makoto Shinkai.

Che dire di questo anime? Personalmente a metà sarei uscito dalla sala, ma poi il mio spirito masochista ha avuto la meglio e sono rimasto fino alla fine.
Shinkai Makoto ci ripropone lo stesso tema del corto "Hoshi no Koe": l'incomunicabilità del sentimento amoroso.
Due storie corrono parallele nei tre episodi di questo lungometraggio. Nella prima lui ama lei e lei ama lui ma la fine degli studi liceali e la decisione dei genitori di lui di trasferirsi rendono il loro un amore impossibile. Nel secondo lei ama lui e lui ama lei, ma entrambi rimangono paralizzati dalla forza dei loro sentimenti e cosi' nessuno si dichiara all'altro. Alla fine di questa seconda parte già ero a pezzi e pure la mia mandibola. Nella terza e ultima parte vediamo il ragazzo del primo episodio, cresciuto. E' diventato un impiegato triste e la rinuncia al suo amore perduto gli ha spento qualsiasi entusiasmo, tanto da portarlo a lasciare il lavoro. Lei invece sta per sposarsi e, anche nel suo caso, conserva un ricordo nostalgico, seppure decisamente piu' sano, del primo amore. Dopo questo breve pezzo parte una canzone strappalacrime sugli amori abbandonati per paura e le immagini che sfilano in sottofondo ci fanno vedere l'infelicità dei personaggi a causa della loro debolezza.
Nonostante il tema trattato abbia, in molti campi dell'arte, precedenti illustri, Makoto non ci regala niente di nuovo su cui meditare. Un'animazione molto patinata grazie al computer e un character design banale si accopiano perfettamente alla piattezza dell'analisi del regista. Le ragazze si distinguono una dall'altra solo per la lunghezza dei capelli, i visi hanno tutti un'aria monotamente sconsolata e il monologo interiore, in cui si ribadisce l'incapacità di agire dei protagonisti, domina la sceneggiatura.

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