sabato 19 settembre 2009

E andiamo!



Spinto da numerose richieste (una), vado avanti con il blog, chissà mai che non si riveli realmente utile......in realtà va continuato perchè non ho mai concluso le recensioni di ciò che ho visto a Locarno, giuro che non ne potevo più. Quindi si riparte da dove avevo interrotto, da "Genius Party".
Genius Party è un progetto del 2007, fatto a 14 mani: sono sette corti di sette autori diversi a cui è stata data carta bianca dallo studio 4°C, studio fondato nel 1986 e produttore di opere eccezionali, prima fra tutte "Mind Games". Quando ero a Locarno ne avevo visti quattro, poi la stanchezza, la fame e il fatto che gli ultimi due non mi fossero piaciuti mi aveva fatto interrompere la visione e, come dicono gli Squallor, "fece male". Infatti gli altri tre sono molto belli ma, come al solito, procediamo con ordine:

Genius Party, Fukushima Atsuko.

Delirante corto di apertura, visivamente stupendo e animato splendidamente da questa signora, che ha lavorato ad alcune delle opere più importanti nel campo dell'animazione giapponese, da "Akira" a "Kiki delivery service".

http://www.youtube.com/watch?v=jPtuX3JUA2o

Shangai Dragon, Kawamori Shoji.

Delizioso corto dal creatore o co-creatore di alcune serie di mecha storiche, come "Macross", "I cieli di Escaflowne", "Ghost in the Shell" ecc...
"Shangai Dragon" è ambientato in Cina e il protagonista è il piccolo Gongrong, la pronuncia è molto simile a "gone wrong" in inglese, che vuol dire "andato male", probabilmente riferito al fatto che il piccolo Gongrong viene trattato come un outsider da i suoi coetanei, viene preso in giro da tutti, parla poco, ha sempre la candela al naso e passa il tempo a scarabocchiare sui muri.
Gongrong però non fa caso a tutto questo, gli basta avere la sua amica Meihua al suo fianco e come nella migliore tradizione dell'animazione giapponese, anche Gongrong avrà il suo momento di riscatto quando dei robot alieni attaccheranno la Cina.
Nonostante sia un elogio smaccato della fantasia infantile, non particolarmente originale, risulta comunque un lavoro molto ben curato e comunque divertente. E' un peccato vederlo in streaming data l'alta qualità dell'animazione.

http://www.youtube.com/watch?v=S_lfvqZJADw&feature=related


Deathitic 4, Kimura Shinji.

Divertente avventura di quattro amici, ambientata nel mondo dei morti per far tornare una rana viva nel mondo reale. Molto vicino allo stile di Tim Burton e con un ottimo uso della computer graphic. Purtroppo non ne ho trovato una versione in streaming sottotitolata.

Doorbell, Fukuyama Yoji.

Da questo corto iniziarono le mie pene e alla fine non sapevo se andarmene dalla sala. Nonostante questa introduzione non è così pessimo questo corto, è una divagazione un po' surreale sul tema del doppio, quello che ho trovato veramente fastidioso è la realizzazione grafica, molto grezza e con un uso fastidioso del computer.

Limit Cycle, Futamura Hideki.

Su questo proprio non ce l'ho fatta a resistere, mi pare di non essere neppure riuscito a finirlo.
Dal punto di vista delle immagini niente da dire, eccezionale, il problema è una narrazione di sottofondo assolutamente incomprensibile, con intenti di riflessione sulla condizione umana che però non va a parare da nessuna parte. Sicuramente il peggiore dei sette pezzi.

Happy Machine, Yuasa Masaaki.

Non fosse stato per quella puzzonata di corto questo me lo sarei visto in sala, maledizione!
Personalmente è quello che mi piaciuto di più, anche se me lo sono visto in streaming sul Tubo.
Yuasa si conferma un autore innovativo all'interno di un mondo che tende a fossilizzarsi troppo sugli stessi temi, riproposti sempre alla stessa maniera. Ha uno stile molto personale e un'ottima sensibilità nell'analizzare l'uomo moderno, nonostante dalla sua mente scaturiscano panorami desolanti.
E' lui l'autore di "Mind Games", uno dei migliori lungometraggi prodotti negli ultimi anni in Giappone.

http://www.youtube.com/watch?v=r2TA8Pw2WPE&feature=PlayList&p=D7F78B16068E8F12&index=9

Baby Blue, Watanabe Shinichiro.

E si ritorna ai giovani emo per la gioia di grandi e piccini! Decisamente meglio del lavoro di Shinkai Makoto, in quanto riesce ad evitare i cliché tipici di queste storie, ma niente di incredibile (bombe a mano a parte).

http://www.youtube.com/watch?v=TglWUpzTwcQ&feature=related


Genius Party è, nel complesso, un gran bel lavoro sperimentale. Il mondo dell'animazione e del manga giapponese non se la passano benissimo ultimamente, gli autori capaci di offrire dei prodotti nuovi e di qualità si contano sulla punta delle dita. Questo mercato ipertrofico punta a mantenere lo status quo, riprendendo storie e stili già collaudati, piuttosto che cercare di battere strade nuove. Del resto questo è quello che pare chiedere il pubblico giapponese, storie semplici che rilassino il pubblico dopo le rispettive giornate di studio, doposcuola, lavoro ecc... ma senza portare ad una riflessione su se stessi o innovazioni particolari. Purtroppo anche il pubblico italiano reagisce allo stesso modo, confermando il successo di prodotti di massa quali "Death Note", un po' emo, un po' gothic, un po' dalla morale controversa, ma tutto sommato estremamente semplicistici e furbetti. Sicuramente poi, questi prodotti "facili" non sono da disprezzare in toto, ogni tanto tutti abbiamo la necessità di distrarci e pensare ad altro lasciando correre la fantasia, però non possiamo vivere nemmeno solo di quello.