martedì 11 agosto 2009

La tavola rotonda dei grandi e il mediatore incompreso


Questo post arriva un po' in ritardo rispetto a quando è avvenuto l'evento, ma adesso che ho scoperto che esiste la registrazione ho voluto postarlo.
Il 9 agosto c'è stato un incontro con 13 grandi dell'animazione giapponese, in particolare:

Tomino Yoshiyuki- regista e scrittore della famosa serie Gundam.

Imaishi Hiroyuki- regista GAINAX, "Gurren Lagann".

Akai Takami- illustratore GAINAX.

Itano Ichiro- regista, animatore e produttore. Famoso come"Circus Itano" per le sue riprese spettacolari di battaglie.

Uchida Kenji- produttore della Sunrise (casa produttrice di anime storici, daGundam a Cowboy Beebop).

Yuyama Kunihiko- regista della serie "Pokemon"

Kato Kunio- vincitore dell'Oscar 2008 per il corto "La maison en Petit Cubes"

Jonathan Clements- scrittore inglese, ha tradotto oltre 70 opere, fra manga e anime, per il mercato inglese.

Questi solo alcuni dei presenti che, chi piu' chi meno, hanno dato il loro contributo ad un dibattito estremamente interessante sull'animazione giapponese. Interventi che non riportero': A) perchè sarebbe un lavoro improbo dato che con una tale mole di ospiti è durato due ore B) perchè scrivendo mi accorgo di farci spesso riferimento e mi sembra piu' utile cosi'.
Metto comunque qui sotto il link al dibattito completo per bullarmi un po', se passate direttamente all'ora e 50 del video noterete un mediatore, molto poco conosciuto, che pone una domanda, sicuramente mal espressa (queste situzioni mi emozionano enormemente) ma soprattutto mal risposta (sottolineo che non ho niente contro Clements di cui cerchero' qualcosa da leggere).
Just for lol!

http://www.pardo.ch/jahia/Jahia/home/Multimedia/cache/bypass/pid/970?appid=16603_34&appparams=http%3A%2F%2Fwww.pardo.ch%2Fjpwacatalog%2Fpardo%2Fvideos.do%3Fday%3D9&resetAppSession=true#field_16603

Tomino, il padre dei robot, vince un Pardo d'Oro

Dopo il Pardo d'oro al maestro Takahata, il Film Festival di Locarno premia ancora un vecchio grande dell'animazione Giapponese: Tomino Yoshiyuki.
Famoso in patria come "Tomino l'ammazzatutti", per la quantità di protagonisti uccisi nelle sue serie, questo regista classe 1941 ha iniziato alla Mushi Production di Tezuka Osamu (1963), per poi afferrare da solo il proprio successo con la serie "Gundam" (1979). Proprio in onore di tomino, in piazza Grande, è stato proiettato il film "Mobile Suit Gundam", primo di tre film editi fra il 1981 e il 1982, in cui vengono concentrati, con alcuni tagli e modifiche, i 43 episodi dell'omonima serie.
Vagamente datato, come sottolineato dallo stesso Tomino durante l'intervista per la consegna del premio, ma comunque molto interessante, il film di Gundam ha aperto una nuova idea nel concepire i cartoni di robot, dando al genere un taglio molto piu' umano. Come lo staff dello studio GAINAX ha sottolineato, "se facciamo certi anime la colpa è del signor Tomino". Vedendo oggi "Evangelion: 1.0 you are not alone"(rifacimento a film della famosa serie TV "Neon Genesis Evangelion"proprio dello studio GAINAX), alla luce di cio' che è stato detto nella tavola rotonda di domenica 9 (dove sia Tomino che lo staff della GAINAX erano presenti), ci si rende conto di quanto sia vero.
Il personaggio di Amuro, protagonista di Gundam, giovane ragazzo appassionato di ingegneria spaziale, si ritrova suo malgrado a dover difendere la nave spaziale "Cavallo Alato" nella sua migrazione dalla colonia spaziale "Side 7" alla Terra. Non avendo mai visto la guerra dal vero, Amuro è terrorizzato di dover pilotare il mecha (sinonimo di robot), soprattutto dopo le prime esperienze. Schiaffoni che ammazzerebbero un cavallo e ragazze che gli danno del codardo e si offrono di combattere al suo posto lo faranno tornare su suoi passi. La storia di Shinji Ikari, il protagonista di Evangelion, è assolutamente identica sotto questo aspetto, sebbene ancora piu' complessa e traumatica.
Questo premio sintetizza tutto questo, oltre naturalmente, al fatto che l'animazione giapponese guadagna punti dal punto di vista internazionale.

La banalità dell'anime


5 Centimeters per Second, 2007 di Makoto Shinkai.

Che dire di questo anime? Personalmente a metà sarei uscito dalla sala, ma poi il mio spirito masochista ha avuto la meglio e sono rimasto fino alla fine.
Shinkai Makoto ci ripropone lo stesso tema del corto "Hoshi no Koe": l'incomunicabilità del sentimento amoroso.
Due storie corrono parallele nei tre episodi di questo lungometraggio. Nella prima lui ama lei e lei ama lui ma la fine degli studi liceali e la decisione dei genitori di lui di trasferirsi rendono il loro un amore impossibile. Nel secondo lei ama lui e lui ama lei, ma entrambi rimangono paralizzati dalla forza dei loro sentimenti e cosi' nessuno si dichiara all'altro. Alla fine di questa seconda parte già ero a pezzi e pure la mia mandibola. Nella terza e ultima parte vediamo il ragazzo del primo episodio, cresciuto. E' diventato un impiegato triste e la rinuncia al suo amore perduto gli ha spento qualsiasi entusiasmo, tanto da portarlo a lasciare il lavoro. Lei invece sta per sposarsi e, anche nel suo caso, conserva un ricordo nostalgico, seppure decisamente piu' sano, del primo amore. Dopo questo breve pezzo parte una canzone strappalacrime sugli amori abbandonati per paura e le immagini che sfilano in sottofondo ci fanno vedere l'infelicità dei personaggi a causa della loro debolezza.
Nonostante il tema trattato abbia, in molti campi dell'arte, precedenti illustri, Makoto non ci regala niente di nuovo su cui meditare. Un'animazione molto patinata grazie al computer e un character design banale si accopiano perfettamente alla piattezza dell'analisi del regista. Le ragazze si distinguono una dall'altra solo per la lunghezza dei capelli, i visi hanno tutti un'aria monotamente sconsolata e il monologo interiore, in cui si ribadisce l'incapacità di agire dei protagonisti, domina la sceneggiatura.